CHI SONO

Lascia che ti racconti la storia che mi ha portato qui.

 

Ti sei mai sentito nel posto sbagliato, passeggero della tua vita invece che protagonista?
Ti è mai capitato di vivere il giorno del tuo compleanno come fosse uno schiaffo in pieno volto, come se quella data fosse lì a mostrarti che gli anni passano e tu non li stai riempiendo come vorresti?
Hai mai avuto la sensazione che la vita dovesse essere molto di più?
Ecco, a metà dei miei vent anni era esattamente così che stavo.

Fu proprio in quel periodo di forte disagio, però, che l’istinto mi parlò, facendo nascere in me la bizzarra convinzione che l’unica via d’uscita a quell’esistenza infelice, sarebbe dovuta passare per qualcosa di grande. Ecco che appena sentì parlare del Pacific Crest Trail, seppi che era lì che dovevo andare.

Così nel 2018 riempì uno zaino, e partì alla volta del PCT, un sentiero di 4200 km che attraversa gli Stati Uniti dal Messico al Canada.

Al principio non fu affatto facile, nonostante mi trovassi a migliaia di chilometri da casa restavo sempre l’insicuro passeggero della mia vita. Tuttavia, col passare dei giorni quel contesto così diverso iniziò a far sbiadire il vecchio mondo dal quale provenivo, pieno di condizionamenti e influenze, e iniziai a percepire la vita con un’intensità mai sperimentata prima.

In quei boschi ecco che tutto, finalmente, sembrava funzionare, tutto sembrava avere un senso e possedere una naturalità divina; e perfino le fatiche, i dolori e le avversità diventavano medicina per il corpo e per l’anima.

Ad occhio estraneo, quella vita sarebbe potuta sembrare senz’altro faticosa, sporca, povera, e persino miserabile. Tutto ciò che possedevo lo portavo in spalla; sudore, fame, sete e solitudine erano costanti. Ma fu proprio grazie a tutti questi disagi e privazioni, che condizionamenti e schemi mentali si dissolsero, lasciando solo la verità che era sepolta dietro di loro.

E questo dover contare solo sulle pochissime cose che portavo nello zaino, mi fu fondamentale per discernere ciò che realmente contava nella vita.

Da li in poi il mio camminare si evolse in una vera e propria disciplina interiore, la mia meditazione, il mio varco verso l’autenticità.

Ecco perché in un mondo che continuamente confonde, distrae, destabilizza, non smetto di fare ritorno alle montagne.

Le montagne sono l’oracolo dove giacciono tutte le risposte alle mie domande; in quelle acque mi immergo, bramando una sorta di lavaggio interiore; lavano via tutto ciò che è finzione, sovrastruttura, condizionamento, e quel che rimane è la vita.

Dopo aver attinto a questa fonte, nasce spontaneo dentro di me il desiderio di accompagnare altre persone alla ricerca di se stesse, di chiarezza, pace, quiete e armonia.

Se ti va di approfondire, ti invito a guardare questo documentario, realizzato da Francesco Ecobi, che attratto dalla mia visione della vita, decise di realizzare un video incentrato sulla mia storia, il mio approccio al camminare, e il mio rapporto con la natura.

 

Ci vediamo sul sentiero;)

 

 

Di recente ho anche pubblicato il mio libro autobiografico.

 

Nel caso fossi incuriosito, clicca qui

“In quelle foreste venivamo spogliati di tutte le etichette umane, spinti all'egualitarismo in maniera così assoluta, che anche la pelle e i vestiti di ognuno di noi, alla fine, finiva per virare verso il colore della terra. Se la natura fosse una tonalità di colore, sarebbe senz’altro quella che assume qualsiasi persona, indipendentemente dal ceto di provenienza, dopo aver trascorso sufficiente tempo nei boschi. I boschi non fanno discriminazioni, solo la realtà, solo quella fa la differenza.”